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Storie di innovazione

01/08/2018

Tessuti naturali, risparmio energetico e meno inquinanti: così cambia il settore Moda

Da Regione fondi POR FESR 2014-2020 al progetto ETF, per una filiera tessile più ecologica

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Prodotti tessili di maggiore qualità, tracciabili, frutto di una filiera ecosostenibile capace di accrescere il valore del made in Lombardia e ancora prima di ridurre l’uso di inquinanti, utilizzati solitamente per la pulizia delle fibre trattate. Questo promette il progetto ETF, Eco Textile For Fashion sostenuto da Regione Lombardia con 28.287 euro di fondi POR-FESR 2014-2020.


Capofila è Linificio e Canapificio Nazionale, società del Gruppo Marzotto che ha portato in primo piano lino e canapa, fibre naturalmente più sostenibili per diversi motivi. Il lino e ancor meno la canapa infatti non richiedono defoglianti o pesticidi; partecipano all’assorbimento del carbonio emesso nell’atmosfera; richiedono 5 volte meno di fertilizzanti rispetto al cotone e un’irrigazione solo naturale, con un risparmio annuale di acqua, rispetto al cotone, stimato in 650 mila milioni di metri cubi su scala europea. I progetti hanno poi sullo sfondo la tendenza complessiva del comparto Moda a puntare sempre più sulla sostenibilità, anche per rispondere alla crescente sollecitazione dei consumatori in questo senso.


FIBRE DI MAGGIOR QUALITA’, LIMITI AGLI INQUINANTI


Obiettivo del progetto ETF è ‘importare’ nella produzione tessile delle imprese della filiera una tecnologia nata in ambito agro-alimentare (spettroscopia NIR) di analisi e caratterizzazione, sfruttandola per la pulizia del lino e di altre fibre tessibili, le cui impurità devono venire eliminate attraverso trattamenti di purga e candeggio. Grazie a tale processo innovativo, le aziende potranno eliminare dal processo di pulizia o comunque ridurre dal 10% al 30% l’uso inquinanti chimici, usati per il riconoscimento qualitativo delle fibre ma non adatti all’individuazione qualitativa e quantitativa di sostanze estranee (e dunque meno efficaci rispetto alla nuova metodologia). E ancora: ETF si propone di ottimizzare i cicli di preparazione per ottenere un materiale più regolare e con meno impurità. E di caratterizzare la filiera produttiva del manufatto, in termini di tracciabilità del prodotto, facilitando i processi di realizzazione dei filati e il controllo qualità.


L’altro vantaggio è quello del minor consumo di acqua (-15%) ed energia (-20%) Sul fronte del prodotto, il nuovo processo garantisce risultati migliori nei cicli di tintura e dunque manufatti tessili di migliore qualità. Un incremento, quest’ultimo, che a sua volta con ricadute su durata, resistenza del capo e condizioni per il suo riuso o riciclo.


Accanto a Linificio, ETF ha come partner progettuali FelliColor, Spa di Martinengo (Bg), punto di riferimento internazionale per la nobilitazione tessile, specializzata nella mercerizzazione e tintura di filati di elevata qualità e complessità; Nearchimica, azienda chimica di Legnano (Mi) che produce ausiliari per il trattamento di diversi tessuti per l’industria tessile ed è presente nei mercati di oltre 25 Paesi; CentroCot, centro di ricerca e di servizi per il comparto tessile con sede a Busto Arsizio (Va) e un’esperienza trentennale in attività come test di laboratorio, ricerca, supporto tecnico, sperimentazione e formazione.


L’IMPATTO SUL COMPARTO


Il progetto ETF punta a portare un esempio di best practice nel comparto tessile: le nuove tecnologie possono migliorare sensibilmente la qualità dei tessuti e allo stesso tempo garantire maggiore efficacia e sostenibilità della produzione. I partner della filiera Moda potranno realizzare prodotti innovativi ad alto valore aggiunto, sia in termini di qualità e “mano” sia in termini di impatto ambientale, con ricadute per tutta la filiera del “Made in Lombardy”.
Il comparto Tessile-Moda costituisce una delle tre principali industrie lombarde per fatturato e numero di addetti, con la presenza attiva di quasi 13 mila imprese e un’occupazione di circa 118 mila operatori, il 25% dei quali impiegato nell’ambito della nobilitazione dei tessuti.



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