È un vero e proprio cambio di rotta quello a cui si assiste nel settore aerospaziale, con sempre più donne e madri candidate e ricercate per missioni anche di lunga durata. Come nel caso dell’ultimo bando dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per il reclutamento di nuovi astronauti, dove non c’è nessuna richiesta e quindi vincolo sullo status familiare e, altra grande novità, si apre anche a professionisti con disabilità.
Un’apertura molto importante in un settore da sempre caratterizzato da una forte presenza maschile. Quanto all’interesse suscitato dal bando sul fronte femminile, i numeri lo testimoniano: le italiane che sognano lo Spazio e sono ferrate in Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (le cosiddette lauree STEM)’, come richiesto dal concorso ESA, sono 353, e se la dovranno vedere con oltre 22 mila aspiranti astronauti da 25 paesi in tutta Europa, per solo 5 posti disponibili più 20 di riserva.
Si tratta di una crescita netta, anzi di un raddoppio rispetto al passato, dovuto certamente dalla grande influenza e ispirazione che ha avuto la figura di Samantha Cristoforetti, ma anche dal fatto che in occasione di questo bando, a differenza che nel 2008, non è necessario avere il brevetto di pilota d’aereo: in quell’occasione le italiane furono 151, il 16% rispetto a 876 astronauti uomini, mentre quest’anno con 1.527 domande maschili rappresentano il 19%.
Al momento circa l’80% delle 22.589 candidature ricevute è ancora in gioco, dopo aver superato una selezione preliminare: ora arriva il bello, con le candidate e i candidati selezionati che, una volta superata questa prima fase, dovranno sostenere una sessione di test in una città europea, ovviamente Covid permettendo.
Il processo di selezione sarà lungo e articolato, vista la complessità dei ruoli ricercati e il livello molto alto di preparazione di tutti i richiedenti.