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08/06/2021

Imprese, l’allarme: tra lauree e diplomi mancano 110 mila profili STEAM

I dati sul settore privato. Proposta di Confindustria sulla formazione a partire dalle scuole medie

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Secondo l’elaborazione dei dati presentati dal Sole 24Ore da fonte Excelsior Unioncamere-Anpal, all’industria sono mancati – sono risultati introvabili - nello scorso anno 110 mila profili “STEAM” (Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e arte).

 

Nel dettaglio, alle imprese del settore privato sono mancati oltre 41 mila ingegneri, più di 33 mila tecnici superiori ITS, circa 10 mila laureati in matematica e 8.559 laureati in indirizzo chimico-farmaceutico. Ma non si sono trovati neppure 11.611 laureati e oltre 4 mila diplomati nelle materie artistico-umanistiche: una lacuna, questa, che pesa sulle aziende del settore moda.

Durante la 27esima giornata nazionale Orientagiovani organizzata da Confindustria alla fine del mese di maggio, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Umana, è stata ribadita la centralità e importanza strategica della formazione STEAM che deve essere però realizzata in “luoghi d’apprendimento adeguati” come ha sottolineato il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Gianni Brugnoli.

Didattica all'avanguardia con gli Steam Space

Un'occasione dunque per rilanciare il progetto degli Steam Space, un nuovo concept dello spazio scolastico promosso da Confindustria e realizzato dall’architetto Giulio Ceppi che, utilizzando le tecnologie abilitanti, mira a promuovere metodologie didattiche all’avanguardia per orientare gli studenti verso una formazione aperta a imprese e territorio, e al tempo stesso punta a formare insegnanti 4.0.

Per Confindustria, a regime, servirà uno “Steam Space” in ciascuna delle 7.239 scuole medie italiane per circa 1,7 milioni di studenti e quasi 200 mila professori, con un costo complessivo di un paio di miliardi di euro (per saperne di più, clicca qui).

I laureati STEM in Italia

Per le discipline STEM - quella più prettamente scientifiche - la situazione è in miglioramento, ma gli obiettivi da raggiungere sono ancora molti: se è vero che gli iscritti del 2020/21 alle 65 classi di laurea in ambito tecnico-scientifico aumentano è altrettanto vero che la crescita, specie tra le ragazze, è troppo lenta.

Considerando che con il 24,7% di laureati STEM (ma appena 16,2% di laureate) nella fascia 25-34 anni, l’Italia sopravanza il Regno Unito (23,2%) ma resta comunque sotto alla Francia (26,8%), alla Spagna (27,5%) e alla Germania (32,2%). Eppure, il tasso di occupazione per i laureati STEM è elevatissimo, intorno al 90%; e anche per quanto riguarda i diplomati ITS.

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