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11/02/2020

Coronavirus attivo per 9 giorni sugli oggetti, l’ISS: efficaci alcool e cloro

Le informazioni sull’infezione in 10 punti. L’OMS lo ribattezza: “Covid-19”

Redazione Open Innovation

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Regione Lombardia

  1. Il periodo di incubazione del nuovo ceppo di coronavirus (2019-nCov, ribattezzato dall'Organizzazione mondiale della sanità in Covid-19) varia da 48 ore a 14 giorni. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) italiano giudica “non attendibile” lo studio cinese in circolazione, secondo cui l’incubazione del virus sarebbe addirittura di 24 giorni. L’ISS ribadisce dunque che periodo che va dall’infezione alla comparsa dei sintomi è dunque quello già evidenziato, inferiore alle due settimane.
  2. “Non deve creare allarme lo studio tedesco secondo il quale il nuovo coronavirus resisterebbe attivo sulle superfici circa 9 giorni – spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie Infettive dell’ISS -. Questo studio, ancora da dimostrare e condotto su altri coronavirus e non su quello cinese, non fa la differenza sul contenimento precoce dell’epidemia. Da quello che sappiamo infatti rispetto alle precedenti malattie infettive respiratorie, MERS e SARS, il nuovo coronavirus si trasmette molto più velocemente e la via di trasmissione da temere è soprattutto quella respiratoria, non quella da superfici contaminate. 
    In ogni caso, detergenti a base di alcol sono sufficienti a uccidere il virus”.
    I disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% sono dunque efficaci per distruggere il virus sulle superfici. Così come lo è la candeggina: i disinfettanti a base di cloro all’1% sono in grado di disinfettare le superfici distruggendo il virus.
  3. Lavare le mani serve veramente per prevenire l’infezione da coronavirus?
    L’ISS ricorda di sì. Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione. Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol.
  4. Come si trasmette il virus? Il coronavirus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi occorre evitare di toccarli con le mani non lavate. L’infezione si trasmette da persona a persona attraverso la saliva, tossendo e starnutendo; con contatti diretti personali; toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi; raramente tramite una contaminazione fecale.
  5. Sulla base dei dati al momento disponibili, l’OMS ribadisce che il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l’infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia) è il motore principale della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV. L’OMS è a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche e ne sottolinea la rarità. In base a quanto già noto sui coronavirus (come la MERS), sappiamo infatti che la trasmissione del virus da casi asintomatici è molto rara.
  6. Non è raccomandato l’utilizzo generalizzato di mascherine chirurgiche in assenza di sintomi. È invece opportuno indossarle se si hanno sintomi di malattie respiratorie, come tosse o difficoltà respiratorie; se si assistono persone con sintomi di malattie respiratorie.
  7. Il tasso di letalità - ovvero il numero di persone morte per casi accertati di malattia - supera di poco il 2%. Rimane dunque significativamente più basso di quello della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome, individuata nel 2003), che era del 9,6%. La maggior parte dei 1.018 decessi (dato all’11/2) è ancora concentrata in Cina, i casi confermati di infezione sono 43.118, di cui solo 41 in Europa/Spazio economico Europeo. Il presidente dell’OMS teme però una trasmissione più diffusa di quanto finora noto, specie nei Paesi confinanti con la Cina e parla di grave minaccia globale.
  8. Al momento non ci sono terapie per il nuovo coronavirus, e nelle linee guida sull’assistenza ai pazienti sono indicate solo terapie di supporto, come l’ossigeno-terapia, la somministrazione di fluidi e l’uso empirico di antibiotici per trattare eventuali co-infezioni batteriche. Dopo che il virus è stato isolato si è cominciato a lavorare su una serie di farmaci già esistenti o in sperimentazione per altre patologie, mentre per altri sono iniziati i test preclinici in vista di un possibile uso.
  9. La migliore strategia è la prevenzione: con contenimento della diffusione tramite isolamento delle zone contagiate e con l’igiene. I tempi per un eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus sono necessariamente lunghi: ogni nuovo farmaco infatti deve superare diverse fasi di sperimentazione, sugli animali e sull’uomo (fase 1,2, e 3), quindi ricevere l’autorizzazione delle Agenzie preposte prima di poter essere messo in commercio. L’11/2 l’OMS ha parlato di almeno 18 mesi per sviluppare un vaccino .
  10. Tra le conseguenze collaterali del dilagare per coronavirus c’è l’enorme diffusione di notizie e contenuti non corretti. Il Ministero della Salute italiano ha siglato un accordo con Twitter e Facebook, grazie a cui ogni ricerca sul coronavirus suggerirà di visitare il sito del Ministero.

 

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