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08/01/2020

Biotech, con CLARISSIMO nuovi processi per antibiotici più sostenibili

Nel progetto finanziato dal bando FRIM FESR di Regione anche l’ateneo dell’Insubria

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Nuovi antibiotici in grado di vincere la farmaco resistenza di alcuni agenti patogeni, e una produzione farmaceutica più sostenibile grazie in particolare all’utilizzo di enzimi.

Questi i traguardi del progetto CLARISSIMO, nato dalla collaborazione di tre aziende biotecnologiche lombarde - CPC Biotech, Naicons, Acs Dobfar - con l’Università degli Studi dell’Insubria e finanziato da Regione Lombardia con oltre 2,3 milioni di euro a val tramite il bando FRIM FESR - Linea R&S per Aggregazioni 2016.

L’obiettivo fissato era quello della messa a punto di nuovi processi biocatalizzati per la modificazione e la produzione di antibiotici.

La genesi del progetto

L’industria farmaceutica è sempre più orientata a processi di “chimica sostenibile”. Diversi farmaci possono essere ottenuti grazie a nuovi processi, con ridotta produzione di rifiuti, consumo di solventi, acqua ed energia. In particolare le bioconversioni con cellule microbiche o enzimi costituiscono una risorsa consolidata per la sintesi organica nell’industria chimica e farmaceutica.

In questo contesto si collocano le competenze specifiche della capofila: fondata nel 2006, CPC Biotech è una PMI di Burago di Molgora (Monza Brianza) e rappresenta una delle realtà più rilevanti nel campo degli enzimi analitici. I suoi prodotti vengono impiegati nel controllo qualità nei settori farmaceutico, chimico/clinico e del food&beverage. Molti quelli innovativi, coperti da marchio registrato proprio per le loro specificità a livello anche internazionale.

Gli obiettivi specifici

Il progetto si è articolato su due linee di ricerca. La Linea 1 si è focalizzata sulla ricerca di un’attività enzimatica in grado di convertire l’eritromicina nel suo derivato 6-O-metilico (claritromicina).
La Linea 2 ha individuato e caratterizzato enzimi in grado di inattivare antibiotici appartenenti alla classe dei macrolidi e degli aminoglicosidi ed enzimi in grado di inattivare inibitori delle beta-lattamasi: in questo caso l’obiettivo era quello di ottenere dei nuovi antibiotici che possano eludere i meccanismi di resistenza sviluppati dai microrganismi patogeni.

Nello specifico, l’Università degli Studi dell’Insubria si è occupata tra l’altro della messa a punto di un sistema di screening colorimetrico per l’identificazione di attività metilasiche microbiche. Tra gli obiettivi più generali quello di sviluppare un processo industrialmente sostenibile.

Per maggiori informazioni: Fabio Arenghi; Email fabio.arenghi@cpcbiotech.it, tel. 0396898029.

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