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Osservatorio economia circolare e transizione energetica

18/04/2019

Ambiente, le azioni su cui punta la Lombardia. Che si candida a ospitare “Cop 26”

Il Tavolo sull’Economia circolare in Regione approva la candidatura alla conferenza ONU

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Pieno sostegno alla candidatura della Lombardia a ospitare la “COP26”, la Conferenza Onu sul Clima in programma nel 2020. E voto all’unanimità di una dichiarazione congiunta di sollecitazione al Governo per l’emanazione dei decreti sull’End of waste.

Questi alcuni dei punti fermi messi dal Tavolo di lavoro per l’Economia circolare e la transizione energetica, convocato in Regione martedì 16 aprile dall’Assessore ad Ambiente e Clima per dare attuazione concreta agli obiettivi previsti dall’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. L’incontro ha visto la partecipazione di oltre 50 esponenti delle categorie economiche, scientifiche e sociali del territorio.

Tra gli ospiti anche alcuni ragazzi di “Milano per il clima”, l’insieme di associazioni del territorio che ha promosso nel capoluogo lombardo lo “Sciopero per il clima” del 15 marzo rispondendo alla mobilitazione internazionale partita da Greta Thunberg.

Il meeting è stato un’occasione per condividere i risultati dei tavoli tematici di lavoro - che ora proseguiranno il proprio impegno anche nelle relative Community attivate su questa piattaforma -, oltre che di confronto su alcuni aspetti cruciali su cui Regione Lombardia sta lavorando per promuovere la sostenibilità e la tutela dell’ambiente.

Da “rifiuto” a “risorsa”

Tra questi appunto il nodo relativo all’End of waste, con la necessità di recepire in pieno la Direttiva Ue che imporrà un cambio di paradigma nella concezione di quello che oggi viene chiamato rifiuto, e che un domani - la scadenza per l’adeguamento delle normative dei singoli Paesi membri è fissata a maggio 2020 - dovrà essere percepito e soprattutto trattato come una risorsa.

In attesa del recepimento delle Direttive, serve però da subito una modifica urgente alle norme vigenti che consenta alle aziende impegnate sul fronte del riciclo di non fermarsi, continuando a migliorare le tecnologie per aumentare il recupero di materia.

Le autorizzazioni a nuove operazioni di riciclo sono infatti ferme dallo scorso anno, con un grave danno ambientale ed economico, nonostante da tempo le Regioni abbiano sollecitato lo Stato a risolvere la questione.

L’hanno sottolineato con forza le associazione economiche, a cominciare da Confindustria  - vedi il presidente degli industriali lombardi Marco Bonometti, presente al Tavolo -, lo ha spiegato lo stesso Assessore: “Le attività di preparazione per il riutilizzo e di riciclo che consentono di trasformare rifiuti in nuovi prodotti sono fondamentali per realizzare interventi concreti di economia circolare”.

“Perché ciò avvenga è però necessario che gli operatori possano essere autorizzati, nella piena tutela di ambiente e salute, alle operazioni di End of waste - ha continuato l’Assessore -, comprese quelle innovative, che sono essenziali per lo sviluppo di nuove filiere di recupero dei materiali. È perciò necessario che il Governo adotti con urgenza misure di adeguamento della legge vigente, per consentire il rilascio tempestivo delle autorizzazioni che comportano la cessazione della qualifica di rifiuto, anche caso per caso”.

L’Assessore ha anche definito l’incontro “positivo, segno di un lavoro in atto che sta dando risultati concreti, tenendo conto di come i cambiamenti climatici stanno trasformando i sistemi economici definendo anche nuovi equilibri globali”.

Nuovi modelli di produzione e settori di sviluppo

Al Tavolo si è dunque discusso di esempi e proposte di rigenerazione urbana, di Smart Grid, della nuova sensibilità dei consumatori al rispetto dell’ambiente. Il bilanciamento tra l’attenzione alla sostenibilità e quella ai bilanci economici delle imprese è stato un’altra delle esigenze segnalate: per tenere insieme i due aspetti si punta su nuovi modelli di produzione, in tutti i settori. 

Non basta insomma fermarsi al riciclo dei prodotti così come li conosciamo oggi. Senza dimenticare però che l’industria attiva nel recupero e nella trasformazione della materia prima in materia seconda è già molto presente in Lombardia e in Italia, e che punta a crescere ancora. A partire da un dato: oggi l’Italia importa 700 mila tonnellate di materiali riciclati in più rispetto a quelle che esporta; il sistema produttivo è quindi pronto ad accogliere materiali riciclati, ma i processi di recupero dei rifiuti italiani vanno implementati, consentendo al contempo di ridurre i quantitativi che vengono posti in discarica.

 

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