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08/02/2019

Dalla Cattolica una startup milanese per le "coltivazioni energetiche"

Planeta Renewables, già premiata a BioInItaly, punta sul miscanto per produrre energia pulita

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Si è fatta notare all'ultimo BioInItaly, l'evento organizzato da Intesa Sanpaolo dedicato alle startup, punta molto su ricerca e sviluppo e promette di sfruttare una pianta già molto apprezzata dagli addetti ai lavori per la produzione di bio energia. Ecco il ritratto di Planeta Renewables, l’azienda che a BioInItaly ha vinto il premio per la miglior presentazione in ambito ‘circular economy' del roadshow milanese.

La società, con un team di giovani, nasce a seguito di diversi anni di ricerca sul tema delle coltivazioni energetiche ed è ospitata all'Università Cattolica di Milano. È la prima realtà italiana che si occupa di questo particolare campo, dedicandosi sostanzialmente a cinque settori: la produzione di energia da biomassa lignocellulosa; la realizzazione di sottoprodotti di origine vegetale; i biocarburanti di seconda generazione; le forniture industriali; la ricerca e sviluppo

Alla scoperta del miscanto

Per la produzione di bioenergia viene utilizzato in particolare il miscanto, una coltivazione erbacea perenne, di origine asiatica, dalle molte qualità: oltre a fornire materia prima combustibile è infatti in grado di assorbire gli inquinanti presenti nei terreni purificandoli, in particolare è molto efficace nell’assorbimento di CO2. Può essere coltivata localmente sfruttando la disponibilità di terreni non produttivi (solo in Italia ci sono tre milioni di ettari disponibili). Secondo le stime della stessa azienda, da un ettaro di terreno coltivato a miscanto si ottengono circa 20/25 tonnellate di biomassa economica, tracciabile e sostenibile, pronta a essere trasformata in agripellet. Una ricerca condotta da Bioenergy Europe stima che la produzione di questo tipo di energia può triplicare entro il 2050.

Planeta Renewables insieme alla Società agricola Malpaga coltiva dunque su una superficie di 70 ettari, utilizzandolo per la prima produzione di agripellet destinata a impianti industriali e a stufe di tipo autopulente. L’ambizione è quella di creare un vero biodistretto energetico nel nord Italia, la logica alla base del progetto è quella della filiera corta, per migliorare anche la convenienza economica nel prezzo finale dedicato al consumatore.

Gli obiettivi al 2050

“Questa forma di energia rappresenta una delle soluzioni più importanti per raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti di CO2 entro il 2050 - spiega il Ceo di Planeta Renewables Lorenzo Avello -. Versatile e flessibile, la bioenergia può aiutare a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio nei diversi settori quali trasporti, riscaldamento e produzione di elettricità. La disponibilità di biomassa sostenibile è un fattore decisivo per determinare il contributo della bioenergia al mix energetico del 2050”. BioinItaly ha dunque voluto premiare questa giovane realtà lombarda che mira a rendere più sostenibile l'approvvigionamento energetico del pianeta grazie a biomassa di origine agricola. .

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