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25/10/2018

Rifiuti, riciclo e buone pratiche: l’impegno di Regione in Europa con “CircE”

Economia circolare, Lombardia capofila di un progetto Ue con 1,6 milioni di euro di fondi POR FESR

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Riciclo dei rifiuti, recupero delle materie prime seconde, diffusione e scambio di buone pratiche. Ecco il cuore di CircE – European regions toward Circular Economy (Regioni europee verso l’economia circolare), progetto europeo di cui Regione Lombardia è capofila.

 

Cofinanziato con fondi POR FESR 2014-2020 (nell’ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Interreg Europe) per oltre 1,6 milioni, su un budget totale di 1,89 milioni, CircE si pone l’obiettivo di migliorare le politiche regionali per l’economia circolare, attraverso lo scambio di esperienze e di buone pratiche a livello comunitario.

 

Nello specifico, CircE punta ad accrescere il livello di riciclo di alcune tipologie specifiche di rifiuti, il recupero di materie prime seconde, oltre al varo di norme e alla creazione di condizioni economiche che permettano a questi materiali di tornare nei cicli produttivi.

 

UN’ALLEANZA EUROPEA

 

Otto i partner di questo ponte per la diffusione dell’economia circolare. Oltre a Regione Lombardia, troviamo la Regione spagnola della Catalogna, quella polacca della Bassa Slesia, la Provincia olandese di Gelderland, il London Waste and Recycling Board del Regno Unito, l’Agenzia di sviluppo della Regione Haute de France, la capitale bulgara ovvero Sofia, l’Associazione delle città e dei comuni della Slovenia.

 

Queste diverse realtà europee lavoreranno insieme per identificare gli strumenti e le misure che è utile orientare, reindirizzare e/o integrare per favorire lo sviluppo dell’economia circolare nei rispettivi territori.

 

GLI AMBITI DI INTERVENTO



I partner hanno identificato dei cosiddetti “policy instrument” (piani, programmi, strategie) da indirizzare, migliorare, integrare, grazie allo scambio di esperienze che sarà sviluppato con CircE nell’arco di circa 5 anni, tra l’avvio il primo gennaio del 2017 e la conclusione prevista per il 30 giugno 2021. Tra i programmi coinvolti c’è anche il POR FESR di Regione Lombardia.

Per ognuno di questi strumenti saranno identificate misure specifiche. Una prima analisi di confronto delle diverse realtà regionali ha fatto emergere un interesse comune in alcuni settori, elencati qui di seguito:

 

  • Costruzioni
  • Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e materie strategiche
  • Plastiche
  • Tessile
  • Biomasse (legno, carta)
  • Agroalimentare
  • Materie prime
  • Mobilità
  • Turismo

 

LE FASI DEL PROGETTO

 

Nel corso della prima fase, il progetto si propone di analizzare le opportunità di sviluppo dell’economia circolare nei settori produttivi selezionati. Si parte dagli esempi più promettenti (best practices) di cui favorire la conoscenza all’estero, per identificare poi le barriere che ostacolano la diffusione di tali iniziative, spesso limitate in termini di scala o sviluppate solo a livello sperimentale.

 

Regione Lombardia può mettere in campo ad esempio come caso di successo la peculiarità del sistema lombardo di gestione sostenibile dei rifiuti attraverso prevenzione, preparazione al riutilizzo e riciclaggio: attività essenziali passare da una modalità lineare di gestione (produzione – consumo – smaltimento del rifiuto) a un approccio di economia circolare.


Dall’analisi delle opportunità e delle barriere nei settori prescelti, al termine della prima fase del progetto, verranno proposte modifiche ai policy instrument di ciascun partner, in grado di incidere a questo punto in modo concreto sullo sviluppo dell’economia circolare.

 

La seconda fase del progetto prevede il monitoraggio degli esiti delle modifiche proposte ai policy instrument di ciascun partner.

 

Un passaggio importante è stato poi quello della costituzione di una platea di portatori d’interesse (stakeholder), a cui chiedere di portare le proprie esperienze concrete e le proprie attese in termini di strumenti normativi più efficaci nel favorire il dispiegamento delle potenzialità di circular economy già presenti nel nostro tessuto produttivo. In questo caso, infatti, basterebbe agire con una rimozione mirata degli ostacoli indicati (di tipo economico, sociale, tecnico o giuridico).

 

A seconda della rilevanza dei settori specifici d’interesse (rifiuti di costruzione e demolizione, RAEE, plastiche, cibo) in ogni regione e sulla base della partecipazione degli stakeholder, i partner svolgeranno attività di reciproco learning e lavoreranno in modalità flessibile: chi è “leader” in un settore potrebbe essere “follower” in un altro.

 

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