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Premio Lombardia è Ricerca

19/02/2018

Una squadra internazionale per la giuria 2018 del Premio “Lombardia è ricerca”

Al lavoro i top scientists: sceglieranno il vincitore dell’assegno da 1 milione di euro

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Una squadra internazionale, con scienziati che lavorano in Italia ma anche negli Stati Uniti, a Londra, in Svizzera. Così si presenta la giuria di 15 top scientist della seconda edizione del Premio “Lombardia è ricerca”, al suo esordio la mattina del 19 febbraio al 39° piano di Palazzo Lombardia. Un mix di competenze e provenienze che lavorerà, da qui al prossimo 8 novembre (in cui ricorre la “Giornata per la ricerca” istituita lo scorso anno da Regione Lombardia), per individuare il ricercatore o la ricercatrice a cui attribuire il milione di euro che costituisce la dote del Premio, superiore a quella di un singolo premio Nobel. La scoperta vincitrice andrà cercata, come stabilito dalla relativa delibera della giunta regionale del 12 gennaio, nell’ambito della medicina di precisione, vera frontiera dell’attuale ricerca biomedica.

Giacomo Rizzolatti, vincitore dell'edizione del Premio 2017

IL RUOLO DEL PRIMO VINCITORE

I lavori della prima riunione operativa della giuria sono stati introdotti dal professor Pier Giuseppe Pelicci, ordinario di Patologia all’Università degli Studi di Milano e Direttore Scientifico del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO, sempre a Milano, la cui attività di ricerca è centrata su studi di genetica molecolare. A fare gli onori di casa il Direttore Generale dell’area Università Ricerca e Open Innovation, Roberto Albonetti, accanto a lui il vincitore della prima edizione del Premio, il professor Giacomo Rizzolatti, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, autore della scoperta dei neuroni specchio (ovvero della base fisiologica dell’empatia e dunque del carattere sociale dell’uomo) che da anni collabora con l’ospedale Niguarda di Milano: proprio a questa struttura è stata destinata gran parte dell’assegno da un milione di euro ricevuto dal neuroscienziato l’8 novembre scorso al Teatro alla Scala di Milano.

Teatro alla Scala, Giornata della Ricerca, 8 novembre 2017

Il nome del vincitore della prima edizione del Premio si aggiunge ai 14, individuati tra quelli ai primi posti della classifica dei migliori ricercatori italiani, stilata dal sito Via Academy sulla base del loro H-index relativo a produttività e numero di citazioni nella letteratura scientifica internazionale.Eccellenze, dunque, nei sette specifici ambiti fissati per questa seconda edizione del Premio, focalizzata sulla medicina di precisione: Biomedical Sciences, Clinical Sciences, Neurosciences & Psychology, Chemistry, Computer Sciences, Material & Nano Sciences, Natural & Enviromental Sciences.

IL METODO DI LAVORO

Presidente della giuria sarà il nefrologo Giuseppe Remuzzi, già membro della giuria nella prima edizione del premio, Docente del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano e coordinatore Ricerche dell’Istituto Mario Negri.

“Trovo fantastico che Regione Lombardia abbia deciso di rinnovare il Premio, l’auspicio di tutti i giurati è che questa diventi una tradizione consolidata – riassume a fine lavori il presidente della giuria -. In questo primo appuntamento c’è stato apprezzamento per la scelta di centrare il Premio sulla medicina di precisione, che poi significa rileggere la medicina alla luce delle alterazioni molecolari alla base delle diverse patologie, indagando le quali si possono fare grandi passi avanti nelle terapie: l’obiettivo è quello di arrivare a cure diverse, se non da persona a persona, almeno in relazione alle stesse alterazioni molecolari”. Plauso anche per un’altra novità di questa seconda edizione come l’ampliamento della platea di coloro che potranno proporre un possibile vincitore: si tratta di tutti i ricercatori con H-index superiore a 50 attivi negli ambiti di riferimento del Premio, si parla dunque in teoria di oltre mille persone. Ciascuna potrà compilare un form, identico per tutti, preparato da Regione Lombardia, “in un processo estremamente trasparente”.

“Il numero di ‘candidatori’ renderà il lavoro della giuria più complesso, per arrivare ai 10 nominativi tra cui verrà scelto quello del vincitore – spiega ancora il professor Remuzzi –, dunque ci siamo già dati tempi precisi: la scadenza per la raccolta delle candidature è fissata per la metà di maggio”. A giugno si terrà una seconda riunione della giuria, la proclamazione del vincitore è prevista a luglio. La cerimonia di consegna del Premio si terrà poi a novembre insieme a quella dei prototipi messi a punto da quattro studenti delle superiori, a cui uno specifico bando di Regione Lombardia destina riconoscimenti ad hoc (anche questa è una delle novità di questa seconda edizione), per un valore complessivo di 44 mila euro, cui si sommano 20 mila euro riservati alle scuole di appartenenza dei vincitori.

Giuseppe Remuzzi, presidente Giuria 2018

I PROFILI DEI GIURATI

Accanto a Rizzolatti e Remuzzi, in giuria nell’ambito delle discipline di riferimento entrano poi nuovi nomi. Quello di Adriano Aguzzi, direttore dell’Istituto di neuropatologia dell’Università di Zurigo, studioso di prioni noto a livello internazionale per i suoi studi sulla malattia di Creutzfeldt-Jakob; c’è poi un altro epidemiologo, Paolo Boffetta, oggi in forze alla Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, già capo Unità all’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (Iarc) di Lione, studioso delle correlazioni tra ambiente e insorgenza dei tumori; Napoleone Ferrara, direttore del Moores Cancer Centre alla University of California di San Diego, biologo molecolare a cui si deve la scoperta del fattore di crescita delle cellule tumorali; Andrea C.Ferrari, che dopo la laurea in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano è diventato professore di Nanotecnologia e Direttore del Cambridge Graphene Centre, autorità indiscussa nello studio delle applicazioni del grafene, tra cui quella biomedicale; Alessandro Sette, immunologo che dal 1986 lavora negli Usa dove ora dirige il Centro malattie infettive dell’Istituto La Jolla con sede San Diego, ideatore di un immenso data base per catalogare virus e anticorpi; Michele Parrinello, ordinario all'Università della Svizzera italiana e al Politecnico di Zurigo, fisico studioso di dinamica molecolare, premiato per lo sviluppo del metodo Car-Parrinello per la simulazione informatica dei movimenti degli atomi e delle molecole; Vincenzo Di Marzo, dirigente di ricerca presso l'Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR di Pozzuoli (NA) e Professore dell'Università Laval in Quebec.

Tornano poi in giuria Roberto Bassi, docente di Fisiologia vegetale al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e membro dell’Accademia dei Lincei; il fisico computazionale Federico Calzolari, responsabile Ict della Normale di Pisa, membro di uno degli esperimenti che ha portato alla scoperta del Bosone di Higgs al Cern di Ginevra; Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia al Dipartimento di Scienze Cliniche e Mediche dell’Università degli Studi di Milano, diverse esperienze lavorative all’estero, da Harvard a Oxford, dalla Francia alla Svizzera; Daniela Perani, Capo Unità “In vivo Human Molecular and Structural Neuroimaging” dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano e docente di Neuroscienze all’Università omonima, esperta dell’utilizzo di tecniche di Neuroimaging e della Pet per l’indagine di malattie degenerative del sistema nervoso; Paolo Maria Rossini, Direttore della Neurologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e docente all’Università Cattolica, che da tempo studia la mappa delle connessioni tra le varie centraline del cervello o “connettoma”; Peter J. Schwartz, Direttore del Centro per lo Studio e la Cura delle Aritmie Cardiache di Origine Genetica e del Laboratorio di Genetica Cardiovascolare dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano.

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