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Storie di innovazione

17/07/2017

Tooteko, una storia di innovazione del settore turismo

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Tooteko ha forti legami con l'ecosistema lombardo, in particolar modo a Milano.
Il progetto stesso è decollato grazie al supporto dell'incubatore di impresa Avanzi che nel lontano 2013 ha selezionato Tooteko per il programma di accelerazione "Changemakers for Expo Milano" e ci ha introdotti nel mondo delle startup. Durante quei tre mesi, abbiamo allacciato importanti contatti con istituzioni del settore e in particolare con l'Istituto dei Ciechi di Milano, che tutt'oggi è nostro partner. Abbiamo inoltre il piacere di collaborare con realtà come X23 Srl o Social4Social, il "laboratorio di impresa" che  ha permesso di localizzare una sede operativa presso la propria struttura.
 
Serena, se dovessi definire la vostra idea imprenditoriale in un tweet, cosa diresti?
 
Tooteko è l’anello che permette a tutti, anche ai non vedenti, di vedere l’arte attraverso il tatto e l’udito.
 
Ci descrivi il gruppo di lavoro di Tooteko? Con quale aggettivo vi descrivereste?
 
I soci fondatori, pur essendo tutti e tre architetti, hanno competenze piuttosto trasversali che vanno ad integrare con il supporto di Cristiano e Deborah, collaboratori.
Serena Ruffato, Ceo e Co-Founder. Master in Architettura Digitale allo Iuav di Venezia con la tesi “Architettura e non vedenti: protopazione rapida per l’integrazione”. Per Tooteko mette in campo le sue competenze in materia di design del prodotto, stampa 3d e modellazione tridimensionale, nonché  la sensibilità e l’esperienza maturata nel campo della comunicazione dell’arte ai disabili visivi. Tuttofare/jolly.
Fabio D’Agnano - CTO. Figura poliedrica all’interno del team: architetto di formazione con una passione per la programmazione, l’informatica e la prototipazione rapida. Autore di una guida sul software 3ds Max legato all’architettura che ha venduto circa 10.000 copie ed è alla quarta edizione. Da alcuni anni coordina il Master in Architettura Digitale allo Iuav di Venezia ed è docente nella stessa Università in vari corsi legati sempre agli strumenti digitali per l’architettura. Poliedrico/smanettone.
Gilda Lombardi - CMO, responsabile delle relazioni con l’estero e le associazioni di settore. Laureata in semiotica con Umberto Eco all’Università di Bologna, si occupa di progetti europei presso l’Associazione Italiana Editori. Autrice per Touring Club Editore e Guide du Routard, traduttrice dal francese e dall’inglese per Neri Pozza. Seconda laurea triennale in Architettura presso l’Università IUAV di Venezia. Diplomatica/poliglotta.
Deborah Tramentozzi - Collaboratrice non vedente. Laureanda in lettere classiche presso l’Università degli studi La Sapienza di Roma. Dal 2011 collabora con i Musei Vaticani come esperta tiflologa e nel 2014 entra a far parte integrante del team Tooteko. Indispensabile e insostituibile.
Cristiano D’Angelo - Collaboratore. Laurea triennale in Economia Internazionale presso l’Università degli studi di Padova. Socio attivo di PigrecoT, The Entrepeneur Club, un club universitario, network fra studenti e il mondo del business, del management e dell’imprenditorialità. Entusiasta.
 
Qual è l’idea innovativa che contraddistingue la vostra startup? Qual è il valore aggiunto che porta nel vostro settore?
 
Nel caso di Tooteko, innovazione significa sviluppare un'idea di per sé semplice, ovvero quella di combinare audio e tatto nella medesima esperienza percettiva, con lo scopo di diffondere una tecnologia che migliora potenzialmente la vita di milioni di persone, non vedenti e ipovedenti. Gli ingredienti per rendere questa formula vincente? Team solido, partnership strategiche, advisor di spicco, business plan convincente sono in realtà elementi che fanno da contorno al motore trainante del progetto: il coinvolgimento delle persone con disabilità.
Per lo sviluppo delle soluzioni, il coinvolgimento delle categorie deboli è vissuto come necessità e non come adempimento. Le categorie deboli diventano forti, in quanto indispensabili e insostituibili per l’elaborazione di un sistema funzionante. I disabili visivi sono chiamati a fornire la loro consulenza diretta in tutte le principali fasi di produzione, al fine di garantire un prodotto efficace, realmente utile e soprattutto “usabile”. Obiettivo a medio-lungo termine del progetto è quello costituire una rete di musei che ospitino le repliche audio tattili delle proprie opere più significative. Questo per far sì che i disabili visivi possano accedere alle opere d’arte nel loro contesto originario, e non in un “museo delle repliche” riservato ai non vedenti.
I musei che aderiranno al progetto entreranno a far parte della rete dei musei accessibili ai disabili visivi, alle loro famiglie, alle scuole, alle associazioni, e in generale al turismo 2.0 che sta nascendo intorno al mondo della disabilità.
 
Com’è nata la vostra idea imprenditoriale e la decisione di formalizzarla in una startup?
 
L’idea è nata all’interno del MADI, Master in Architettura Digitale dell’Università IUAV di Venezia (LINK). Mi ero appassionata alla scansione e stampa 3d e volevo trovare un’applicazione che potesse cambiare la vita delle persone.
Grazie alle esperienze del Museo Tattile Omero, del Museo Anteros di Bologna e all’Istituto dei Ciechi di Milano, mi sono avvicinata al mondo dei modelli tattili per non vedenti.
Ho deciso di utilizzare le mie nuove competenze in prototipazione rapida, elettronica e Arduino per rendere questi modelli parlanti, per permettere a non vedenti e ipovedenti di poter fruire delle opere non solo attraverso il tatto, ma anche attraverso l’udito. Unire audio e tatto? sembrava un'idea banale, ma dopo alcune ricerche ho scoperto che nessuno prima ci aveva pensato. Così insieme al mio relatore di tesi Fabio D’Agnano (oggi mio socio) abbiamo sviluppato l’idea!
Dopo qualche mese abbiamo presentato il primo prototipo (un ammasso di elettronica e connettori piuttosto sgangherato) al primo contest per startup, Changemakers for Expo Milano e abbiamo vinto. A questa si sono succedute numerose altre vittorie, che ci hanno permesso in un paio di anni di raccogliere fondi per sviluppare l’idea e concretizzarla.
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