Benedetta Scarpelli

Benedetta Scarpelli

BSD Design

Pubblicato il 28/06/2018

Pubblicata il 28/06/2018 alle 15:01
Ultimo aggiornamento: 14/07/2019 alle 19:14
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Il Design Thinking è una metodologia che incoraggia l’utilizzo del pensiero creativo al fine di prendere di decisioni più efficaci e supportare il problem-solving.

Nato a Stanford, il Design Thinking si sta affermando in tutte le tipologie di organizzazione (aziende profit, no profit, pubbliche amministrazioni ecc.), in Italia e all’estero. Non a caso molte realtà interazionali stanno acquisendo nel loro interno agenzie e studi di design, come ad esempio Lunar Design e Veryday da parte di McKinsey, Doblin e Flow Interactive da parte di Deloitte, Intuity e Optimal Experience da parte di PwC, Fjord e Reactive da parte di Accenture.

Claudio Dell’Era, docente di Design Strategy alla School of Management del Politecnico di Milano e direttore dell'Osservatorio “Design thinking for business”, ha pubblicato un articolo ne “Il Sole 24 Ore”, in cui spiega le tre motivazioni alla base tale diffusione.

1- Trasformazione digitale

Un fenomeno che sta cambiando aziende, processi e strutturare organizzative. C’è bisogno di una ri-progettazione totale degli stessi, attraverso metodologie efficaci in grado di accelerare il processo decisionale e raggiungere tre obiettivi: gradimento (del mercato o degli attori), fattibilità e redditività. Non a caso nel mondo digital, si parla anche di centralità dell’utente nella progettazione delle esperienze digitali.

2- Esplosione imprenditorialità

Negli ultimi anni sono emerse nuove aziende (spesso nel digital) che hanno rivoluzionato servizi e comunicazioni, come Facebook, Airbnb e Snapchat. Passioni che sono diventate realtà imprenditoriali di fama mondiale. Risulta quindi necessario per le aziende ingaggiare in maniera “lateralmente” le persone. Non solo, è importante creare un ambiente in cui ciascuno possa contribuire allo sviluppo dei processi secondo le proprie attitudini e inclinazioni.

3- Creatività diffusa

Molte iniziative imprenditoriali sfruttano strumenti e pratiche come crowdsourcing, hackathon, contest e call for ideas orientate alla raccolta di idee. Seppur tali strategie consentono di avere un gran numero di proposte, Dell’Era sottolinea che la sfida maggiore consiste nell’individuazione di quelle che “valgono” davvero per coloro che le ricevono.

Articolo:

http://www.ilsole24ore.com/art/management/2018-05-...
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