Redazione Open Innovation

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Regione Lombardia

Pubblicato il 10/07/2017

Pubblicata il 10/07/2017 alle 18:52
Ultimo aggiornamento: 14/07/2017 alle 12:12
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I cosiddetti ricordi elettronici, le “tracce” che le nostre attività lasciano nel vasto mondo di internet, assumono molteplici forme e risiedono in luoghi estremamente differenti: dai dispositivi portatili di archiviazione, quali la memoria di un pc, una chiavetta usb ecc.. alle grandi piattaforme sulle quali archiviamo le nostre attività, quali cloud, social network o archivi online, i quali ci restituiscono i dati richiesti nel momento in cui decidiamo di usufruirne. La vera rivoluzione del “secolo di internet” risiede proprio nella disponibilità dei nostri ricordi digitali.

Secondo i dati Eurostat, già tre anni fa nella sola europa l’utilizzo del cloud come strumento di archiviazione di dati veniva utilizzato da oltre il 20% della popolazione compresa tra i 18 e i 64 anni, mentre il dato sale per gli strumenti di archiviazione cloud “inconsapevole” (perché pur non essendo etichettati immediatamente come tali, sfruttano tecnologia cloud) come caselle di posta elettronica (44% degli europei); ai quali si aggiungono chiavette Usb, DVD e Bluetooth (30%)  e siti internet personali o di reti sociali (28%). Per quanto riguarda i social network, basti pensare che il solo Facebook conta circa due miliardi di utenti nel mondo.

Ciononostante, oggi manca ancora una visione d’insieme in materia, un procedimento in grado di creare un unico luogo che in grado di reperire da piattaforme diverse la vasta quantità di dati riconducibili ai singoli individui, articolando una nuova forma di ricordo, interoperabile e davvero intelligente. L’ostacolo più rilevante a tale proposito sembra essere quello generazionale: infatti, considerando ad esempio i social network come strumento di archiviazione di ricordi digitali per eccellenza, si può notare che essi di fatto possono ricostruire solamente la vita e le attività della generazione Millennials, poiché buona parte dei ricordi delle generazioni precedenti non si trovano sul web.

Parte del problema può essere fronteggiata tramite l’ausilio di strumenti quali archive.org, piattaforma nata nel 1996 con lo scopo di conservare una copia di internet e all’interno del quale è stata depositata una serie pressoché completa di tutti i documenti sprovvisti di copyright esistenti.

Malgrado ciò, tuttavia, internet sembra rimanere per il momento un mondo disordinato. Conoscete o state portando avanti progetti o iniziative che facciano fronte a questo problema? Credete che iniziative di questo genere potrebbero apportare valore aggiunto alla società o anche all’economia?

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